Quando ci si chiede, “… come posso migliorare il mondo?Me stesso? I miei problemi? Il mio rapporto con il vicino di casa? Non che m’interessi ma mia moglie mi rompe che devo risolvere….Con la suocera?Mi tocca! Con il mio migliore amico?Eddai su ci conosciamo da ventanni, sarà stato pure stronzo ma… E via dicendo...” per chi se lo chiede ovviamente, ci si alimbicca stordivamente cercardo illusorie soluzioni aladiniche.
Allora si pensa alla nosematica Cafchiana, all’imprudenza illusoria Macchiavellica, alla cura dell’istinto narcisista attaverso sterminate sedute di autoipnosi indotta per sedare gli istinti individuali. Alla pace Nirvanica dei monaci Tibetani che bontà loro mi fanno spesso e volentieri crepare d’invidia, alla cosmica del Dr. Spok, all’inversatilità di nano nano, alla semantica logorroica della metafisica, che già per suo stesso nome è metà comprensoria; alla filosofia di Heghel, alla Platoneria di Platone, all’imprudenza teoretica di Socrate, all’arcignità del Duce, all’attivismo sindacale di Marx, alla sorridente versatilità di Josemaint Sam, alla profezia del coriandolo fatato, del giavellotto magico o della chicchera che sbuffa….A tutto pensiamo, persino a … “...Se dovessi vincere il superelanotto te lo faccio vedere io come lo cambio il mondo.… Prima mi prendo due anni di ferie e lo giro tutto, poi se mi avanzano soldi aiuto quel disgraziato di mio fartello e quella sciagurata della moglie, mia suocera, i parenti, ma me lo devono chiedere strisciando e poi, sempre se IO decido forse di dare loro qualcosa… Poi se mi avanza un briciolo di pietà la darò (forse…) in beneficenza. Sempre che non me l’abbiano fatta scappare. Ma se vinco il super enalotto lo cambio io il mondo….
Ma che vuoi cambiare! Ma che vogliamo cambiare! Ma lasciamolo stare dov’ è bello, tondo o semirigido, inquinato, sporco, caldo e cattivo. Ma con che diritto poi vuoi cambiare che e di che? E perché e come? A seconda di cosa? Il tuo modello? Quale? Preferisci i Robinson, la famiglia spaziale, Big Jim e la Barbie, Scooby Doo e l’allegra brigata, le Star Sistem, Un giorno con Jim, Sette sotto le stelle, Modern Family, Jurassic Porc?La gala dei Leonidi, Un Vampiro a Manatthan, i puffi ( in 3 D) etc… Se dovessimo chiedere ad ognuno di noi, “….hei senti tu, proprio tu con quel ciuffo ribelle, come lo vorresti cambiare il mondo”? Ahh… Mai uno che dica la stessa cosa. Ecco ben,ben allora vediamo di non pedere nemmeno tempo a pensare cosa faremmo visto che nel frattempo nessuno di noi obiettivamente fa. E limitiamoci a imparare il Fair Play. Semplice, facile da usare, senza ingombro alcuno, senza sapore, praticamente inodore, privo di effetti collaterali ad uso illimitato e soprattutto gratuito!!
Cosa? Non sapete cos’ è? Ma guardate niente formule matematiche, niente nottate nottetempo a studiare l’intera Divina Commedia immaginandovi Virgilio che v’insegue tra la selva oscura e il paradiso… Niente traduzione oxiane. E niente Azzecca Garbugli in vista che vi risolve il quesito del vaso di Pandora…. Solo puro Fair Play. Quello che usano i bambini per intenderci o gli sportivi sul campo no? Insomma il Fair Play no?…. Ah…. Come dite? Non esiste nemmeno più fra loro?? Allora siamo proprio messi molto …molto.. .molto… male.
Se volete porre un quesito scrivete o mandate un video-messaggio
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rosso cardinale dice
Dottoressa mia cosa è il fair play? Anni e anni fa se usava eccome c’era lo spirito sportivo che prevaleva su tutto. Ora dopo Moggi pure quello se ne è annato figuramose se lo vediamo in tv o tra noi quadrupedi sputa fregnacce. Manco la mattina cor caffè ce sta.
Patrizio Cecconi dice
Ma lei lo sta cambiano no Dottoressa? Ciò che lei scrive ci sta cambiando si sta esponendo ci da uno spazio è veramente eccezionale quello che fa quindi lei sta cambiando il mondo con le sue interviste e gli interventi. Ci sono state ci saranno persone che si fanno in quattro per cercare di cambiare il mondo. Se aspettiamo tutti di avere fairplay non ce la faremo, siamo troppo presi di noi e dei nostri affari per accorgerci degli altri e dare la mano. E intervengo per Rosso Cardinale calciopoli non è iniziata solo con Moggi e di certo non è finita ora che lui non c’è sempre che non lo richiamino.
letizia dice
la mancanza di fair play dipende dal fatto che in un momento di crisi le persone si sentono più fragili e autorizzate ad avere atteggiamenti di attacco e difesa. Che ci sia un clima generalizzato di diffidenza e che dalle persone è più facile essere attaccati e ingannati, è un dato di fatto. Su questo poi gioca anche la mancanza di cultura civica, sociale. L’uomo meno che mai si sente parte di una comunità e quindi si sente sempre più autorizzato a ingannare il prossimo per i propri fini. A partire dal negoziante “di fiducia” che ti suggerisce il prodotto più caro che ha in vendita.
Personalmente reagisco con lo scegliere e il difendere uno stile di vita più modesto. Non possiamo continuare a compare, ostentare e metterci in competizione. Ma anche questo non basta. La spinta a voler cambiare è qualcosa di più delle scelte di vita individuali.
rosso cardinale dice
Letizia è vero ciò che dici ma indubbiamente non semo tutti così superficiali credo che il post della Dottoressa si riferisca ad una cosa più mirata e profonda e sopratutto generazionale.E poi se noi adulti non semo boni di dare ai giovani il buon esempio ma che ce lamentiamo a fa se dopo ce trovemo con i pischelli sotto casa alle 2 del mattino ubriachi zuppi a fare caciara?
Dr.ssa E. Visconti dice
Rosso avete ragione entrambi, Letizia ha colto il punto ed è chiaro che se si spalma tutto ciò all’intera popolazione mondiale il problema diventa generalista, ma è pur vero che in certe culture il fair play non esiste quindi non esistendo non può mancare. Ciò che è avvilente è che nella cultura occidentale esistono le fondamenta per poter utilizzare concetti di condivisione, alleanza, solidarietà, fair play. Ma non si utilizzano e spesso consapevolmente. Questo è il punto. Ora le cause possono essere molteplici, mi piacciono molto quelle che ha sfornato Letizia e le condivido, ma è una nostra precisa responsabilità andare oltre e ritrovare una nostra etica sociale. Insomma a me non m’hanno certo insegnato il fair play, o l’educazione civica, o il farmi rispettare, il rispettare anzi sono nata in una famiglia divisa e da una parte patriarcale e castrante dall’altra matriarcale. In cui la donna veniva vista come moglie, madre serva. Eppure sono sopravvissuta. Sono riuscita negli anni e con contrasti epocali a fare emergere le mie capacità senza essere mai avvallata o stimata. E negli anni l’immagine di me in coloro che mi volevano vedere in un certo modo è profondamente cambiata. Ma ci è voluto impegno, disciplina, caparbietà, umiltà.E’ difficile cambiare le idee in persone che hanno radicato un certo concetto. Questo cosa significa? Che anche se è pur vero che sussistono elementi condizionanti o elementi mancanti come quelli formativi ed informativi, o contaminanti come la inoculazione di modelli irreali bellissimi, ricchissimi e famosissimi che fanno sentire frustrata anche la persona migliore, se è pur vero che il mondo è cattivo, la gente ignorante, se è pur vero che la violenza, la droga, i vizi, le devianze fanno parte oramai del quotidiano, se è pur vero che la mal fiducia è un routine, ci sono delle persone che hanno tutto l’interesse di farsi condizionare perchè di certo seguire l’anarchia e il piacere è più facile. Non giustifico i giovani, li comprendo, certo, mi alleo con loro, li formo, ma non li giustifico.Mai! E se capiatasse a me di sentire alle 2 del mattino “caciara” alle 2.10 sarebbe già terminata 😉 Il rispetto va fatto rispettare. E da lì che si inizia una lenta ma profonda comprensiva azione educativa. Educare ossia guidare a dare il meglio di sé, nella condivisone del benessere di tutti. Il che non è insegnare, ma educare!