NEUROMUSCOLARE | MASSAGGIO MIOFASCIALE | MASSAGGIO TRASVERSO PROFONDO | TRAZIONI |
Il trattamento miofasciale attraverso la disattivazione dei trigger points, è una metodica della gestione del dolore relativamente giovane. La sindrome mio fasciale presenta dolorabilità in zone localizzate di una banda muscolo-scheletrica, situata nel tessuto muscolare o fasciale o i suoi distretti (tendini). I Tp si possono trovare anche nelle giunzioni muscolo-tendinee, sul periostio, sulle cicatrici. La zona si presenta dolorosa alla compressione, evocando un caratteristico dolore proiettato (target area); da limitazione funzionale, debolezza muscolare e segni cutanei di panniculosi e dermografismo. Fenomeno riferibili al sistema nervoso autonomo come pelle d’oca, alterazioni della sudorazione, sono sintomi riconducibili ad una area di contrattura trigger. Le dimensioni di un nodulo di trigger point variano in rapporto con le dimensioni, la forma e il tipo di muscolo in cui si è sviluppato. Il dolore da trigger points attivo, è un dolore continuo e profondo che crea molta sofferenza e impedisce l’allungamento muscolare. Il dolore da trigger point passivo non provoca dolore a riposo ma sono dolorabili alla palpazione. Il trigger point può essere anche viscerale. In quel caso va effettuata una valutazione diversa. La dottoressa Salvi disattiva i TP attraverso la terapia digito-manuale e nel caso di forte dolorabilità attraverso la TNS stimolazione nervosa transcutanea di 1-2 Hz.
Cause del trigger point
Le cause della formazione dei trigger point possono essere varie. Un trauma, un colpo di freddo, una torsione improvvisa, un sovraccarico acuto, una patologia virale, radicolopatie. Alcuni studi stanno dimostrando come lo stress, la carenza cronica di alcune vitamine di vit. B1, B6, B12,C e acido folico, le alterazioni metaboliche e endocrinologiche come l’ ipotiroidismo, ipoglicemia, iperuricemia, anemia, possano determinare la contrazione dei punti trigger. E’ importante cercare di individuare la causa per poter indicare il miglior trattamento possibile. Se l’area muscolare colpita è vasta, è possibile trovarsi alla presenza di trigger point satelliti. In quel caso il terapista scioglierà il trigger point principale per poi lavorare sui satelliti.
→ Sovraccarico acuto o cronico
I trigger point miofasciali si possono sviluppare nei sarcomeri caratterizzati da eccesso di attività. Il mantenimento della contrazione del sarcomero porta ad una vasocostrizione locale con ischemia locale. L’ischemia locale muscolare stimola il rilascio di mediatori algogeni (prostaglandine, istamina, chinine) che sensibilizzando le fibre nervose afferenti al muscolo spiegano la dolorabilità locale dei trigger point.
Valutazione trigger point
La dottoressa Salvi, prima di effettuare il massaggio mio fasciale, effettua un esame obiettivo generale con valutazione della postura, funzione e biomeccanica articolare, forza muscolare e squilibri muscolari. Attraverso la palpazione muscolare a pinza o piatta, ricerca i punti trigger dove il paziente indica dolorabilità e dove dall’esame obiettivo si evince un instabilità muscolare.
Tecniche utilizzate
In base alla valutazione del trigger point, la dottoressa protrebbe utilizzare le tecniche di strech and spray (gestione Tp cronici o da contrattura sportiva) – la tecnica di disattivazione del Tp con relase e stiramento (utile per i Tp dolorabili che impediscono la completa estensione muscolare) – la tecnica di rilassamento post isometrico (indicata per Tp passivi) – la tecnica di digitopressione sui trigger point (indicata per Tp attivi in varie zone del rachide) anche con utilizzo di martelletti – la tecnica di scollamento mio fasciale – l’ MTP massaggio trasverso profondo (in caso di Tp localizzati sui tendini).
→ Utilizzo di terapie strumentali per la gestione del dolore da Tp
In caso in cui i punti trigger siano molto dolorosi, oltre alle tecniche manuali è possibile alleviare il dolore attraverso applicazioni di:
- Impacchi caldo-umidi con azione miorilassante – sui Tp muscolari –
- Ultrasuoni a bassa intensità – sui Tp di tendini e legamenti e tessuti molli (cicatrici) –
- Magnetoterapia – sui Tp del periostio –
- Onda d’urto diretta applicata sui Tp di III classe
- Neuromodulazione grazie alle sue finalità antalgiche è usata nella nella terapia del dolore dei Tp muscolari
Ulteriori strumenti fisioterapici come le onde d’urto, la tecar terapia, la laser terapia, la mesoterpia, la ionoforesi possono essere utili nella gestione del dolore in fase acuta che cronica.
Indicazioni
- Fascite del piede
- Fascite della mano
- Fibromialgia
- Contratture da colpo di freddo
- Torcicollo
- Radicolopatie lombo sacrali
- Algie spalla- scapolo- omerali
- Epicondilite
- Algie degli arti
- Algie ai muscoli pettorali-deltoide
- Algie al ginocchio
- Algie alla caviglia
- Tendiniti
- Coccicoginia
- Infiammazioni del periostio
Controindicazioni
La manipolazione fasciale è controindicata nel caso in cui un operatore non sia esperto, infatti potrebbe peggiorare i disturbi. E’ controindicato quando sono presenti ferite o infezioni della pelle – immediatamente dopo un’operazione chirurgica – immediatamente dopo la chemioterapia o la radioterapia, a meno che non venga consigliato dal medico, ernia, discopatia.
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