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Pubblicato il 5 Dicembre 2015 da Dottoressa Salvi Lascia un commento

C’è violenza e violenza

Se ad una qualunque persona si rivolge la domanda “Cosa è la violenza e chi sono le persone violente”, nell’immaginario collettivo è scontato rispondere che la violenza è un atto gratuito di forza e prevaricazione e la persona violenta è una persona aggressiva che mette in pratica atti che offendono la persona. Persino sui vocabolario la definizione di violenza è “Tendenza all’uso della forza, aggressività, uso della forza per ottenere qualcosa, violenza carnale o stupro. Eppure, il variegato mondo della violenza non si riduce esclusivamente nell’individuare la violenza come un AZIONE DI PREVARICAZIONE FISICA, o psicologica che sia esercitata da una o più persone su un altra o più persone.
Vi sono delle forme di violenza più subdole e perciò difficilmente individuabili e dunque condannabili o punibili. Sono le violenze date da atteggiamenti meschini, favoristici o dalla mancata presa di posizione. Che se è pur vero che non formulano un ATTO vero e proprio, essi spesso lo favoriscono, lo aggravano e a volte persino lo istigano. La nostra società purtroppo, grazie alla propaganda dei social che de-personalizza ogni individuo togliendo i sentimenti di EMPATIA che impedirebbero la diffusione di tale azione, legittima l’utilizzo di questa violenza subdola, che estetizza  la violenza con atteggiamenti provocatori. Grazie ai social e alla de-personalizzazione, ognuno è autorizzato a scrivere commenti violenti, a partecipare a discussioni provocatorie, soprattutto se essi sono vestiti come atti di “giustizia privata”. Avere atteggiamenti violenti quando si parla di terrorismo, faide religiose, o quando si colpiscono retaggi morali è giustificato. Ma motivare l’uso di violenza, per rispondere alla violenza, non serve per approvarla.
Il continuo stimolo ad intervenire ad ogni ragione, perchè devo di mostrare che IO esisto ed ho un opinione; cercare di provocare discussioni borderlain per spiccare dalla massa, non fa altro che confermare la bassa autostima di me, la mia solitudine e la povertà culturale che sta alla base di ogni atteggiamento violento. Dietro ad ogni commento provocatorio, di fondo, si nasconde una persona irrealizzata e che cova sentimenti di profonda violenza detestando la vita.
Ci siamo già orientati verso questo tipo di minaccia sociale che condiziona e plagia intere realtà, nell’impossibilità spesso, di potersi difendere. Perchè se un ATTO FISICO, per quanto sia deprecabile, ha in sè responsabilità individuali e oggettive punibili per legge, l’istigazione, la meschinità, il pettegolezzo gratuito, l’invidia e la gelosia e la stessa ignavia (il lasciar fare non prendendo posizione lasciando che accada) cagionano spesso danni ancor più gravi che potrebbero aggravare istigare o favorire un atto violento. Ma non sono riconosciute e punite dalla giustizia, come attivi violenti.
Viviamo in un epoca in cui il bombardamento costante di stimoli ad avere tutto e il meglio e subito a qualunque costo, in cui la competizione assoluta, l’annientamento dei valori umani (fratellanza, riconoscimento, solidarietà, rispetto) e la perdita delle tradizioni, giustificano relazioni e reazioni veloci, violente ed anonime. Veloci: perchè spesso gli atti di violenza in rete (provocazioni denigratorie e malvage spesso scritte o di immagini e condivise) sono repentini e fugaci; violente: perchè in poche parole concentrano tutto il disprezzo e l’aridità contenuta nel cuore di chi scrive ma anche di chi condivide o apprezza; anonime: perchè costituire un fake, ossia un profilo falso in rete, è facile, non controllato, autorizzato, anche se in questo modo, mentre il violento dalla rete è protetto, la vittima non si può difendere.

Come difendersi dalla violenza?

Vi sono molti approcci che studiano e rispondono accademicamente a questa domanda; dalla psicologia, alla sociologia; dalla giurisprudenza alla scienza politica, che variano l’approccio al fenomeno secondo la loro competenza. Ma nel frattempo che queste scienze trovino le risposte adeguate che potranno arginare in modo EFFICACE questo fenomeno, noi adulti, anche in base alle nostre competenze, dovremmo mettere in pratica tutta una serie di azioni conservative.

  • Che il politico attui leggi in cui inserisca la censura mediatica e dell’informazione in generale (giornali, critici, mentori, guru, opinionisti ecc.)
  • Che venga istituito un garante dei programmi tv e delle riviste che controlli se i film la musica ed i cartoni animati, possono essere pubblicati perchè privi di scene di sesso esplicito, parolacce, inni e utilizzo positivo della VIOLENZA (Simpson – I griffin – Dexter ecc);
  • Che i proprietari dei social oscurino e bannino scene e forme di violenza di qualunque specie;
  • Che i proprietari dei social impediscano la diffusioni di immagini contenenti minori e che impedisca la costituzione di profili in rete sotto i 14 anni di età;
  • Che i proprietari dei social impediscano la costituzione di profili falsi;
  • Che i genitori non diffondano le immagini dei propri figli o di altri minori o che accettino che essi siano sui social;
  • Che i genitori controllino le chat scolastiche, che spesso diventano passaggio di informazioni di tutt’altra natura;
  • Che la giustizia condanni anche il favoreggiamento e l’istigazione alla violenza con pene sia pecuniarie che punitive esemplari in ogni sua forma;
  • Gli insegnanti dovrebbero farsi approvare dal ministero un applicazione guidata e sicura (non

    WhatsApp) specifica per i minori e le comunicazioni alunno-insegnante- alunno-alunno;

Certo, gli ANARCHICI CULTURALI, ANDRANNO A NOZZE CONTESTANDO E CRITICANDO QUESTO MIO APPROCCIO CONSERVATIVO, molto semplice da applicare e denso di regole sociali,  etichettandolo come attacco alla libertà personale. Ma benchè esistano articoli di legge e Costituzionali che difendano tale diritto, i medesimi sono lapidari nel definire che la propria libertà personale non deve essere utilizzata per diffondere idee malvage, inni alla violenza, e qualunque immagine scritta o ideologia che prevarichi o violenti la libertà e il benessere sociale.

Sinchè noi per primi, a partire da chi legge, nel suo piccolo, non dimostra di saper gestire la propria libertà, senza OFFENDERE la vita altrui anche se ci sentiamo autorizzati a farlo, contribuiamo a diffonderla; mentre la nostra responsabilità è quella di CONSERVARE in buono stato quel poco che c’è rimasto e le nostre generazioni future.

visconti salviIL CONSIGLIO DELLA SOCIOLOGA: Per quante TEORIE si possano studiare, l’unico approccio immediato ed EFFICACE che si può avere contro la violenza è quello EDUCATIVO. Insegnare ai nostri figli e alla società in cui viviamo, che ignorare, sottovalutare, favorire ed utilizzare azioni ed atteggiamenti sia fisici che meschini contro qualcun altro, o  a favore di chi è violento, legittima e favorisce questa minaccia mondiale. Educare quindi la società ad adottare un atteggiamento conservativo condannando chiunque lo eserciti e lo approvi sotto ogni qualsivoglia forma, è l’unica degna risposta che si può attuare e che potrà portare la società a migliorare verso l’acquisizione del Benessere Globale e l’abbandono del comportamento auto distruttivo. Dr.ssa  Salvi  

Se volete porre un quesito scrivete o mandate un video-messaggio

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