Una tumefazione a forma di pallina presente nell’incavo posteriore del ginocchio, può indicare la presenza di una borsite chiamata cisti di Baker. La borsa, presente nel cavo popliteo del ginocchio che si frappone tra il tendine dei muscoli gastrocnemio e semimembranoso (responsabili della plantaflessione del piede e della flessione del ginocchio), può gonfiarsi a causa di una patologia infiammatoria in atto oppure per la presenza di un erniazione della membrana sinoviale della capsula posteriore del ginocchio. Sebbene la cisti sia benigna e a volte asintomatica, negli adulti è indicativa della presenza di patologie in atto che hanno contribuito alla sua formazione, quali: lesione del menisco, tendinopatie dei tendini del popliteo, artrite reumatoide, lesione del crociato anteriore, degenerazione cartilaginea, artrosi, artrite reumatoide, osteostriti o patologie sistemiche più gravi. Proprio per ciò la presenza della cisti, anche se sintomatica, non è mai da sottovalutare, sia perchè indica la presenza di una patologia di fondo che l’ha scatenata, sia perchè la sua localizzazione può comprimere alcune strutture circostanti quali l’arteria o la vena poplitea (con il rischio di causare un ischemia o trombosi) o comprimere il nervo popliteo o tibiale causando neuropatie periferiche. Perciò e’ sempre bene indagare la motivazione della sua comparsa.
Cause
La borsa poplitea, rispetto ad altre borse, comunica direttamente con l’articolazione del ginocchio tramite un’apertura della capsula articolare a livello del condilo femorale mediale. Questa apertura, in presenza di un versamento innescato da una patologia infiammatoria, si gonfia creando una tumefazione dietro il ginocchio visibile e palpabile. Quindi è verosimilmente possibile dire che la cisti di Baker è la manifestazione di una patologia infiammatoria in atto che va diagnosticata. Patologia che può essere di origine sistemica, tendinea, articolare o delle strutture annesse.
Sintomi
A volte asintomatica, è possibile avvertire la presenza delle cisti di Baker attraverso la sensazione che la cisti “tira” o la presenza di dolore, quando si flette la gamba sulla coscia nei massimi gradi, provocando limitazione articolare, impossibilità di continuare l’attività di flesso estensione e nei casi gravi è possibile che siano presenti anche deficit neurologici quali: debolezza, intorpidimenti, deficit sensitivi. Se presente cianosi o arto freddo è possibile che la cisti stia comprimendo la vena o l’arteria poplitea.
Diagnosi
La presenza di una cisti di Baker è verificabile attraverso la visita clinica. E’ però bene capire quale sia l’origine del versamento attraverso test specifici per individuare una sofferenza meniscale e test diagnostici quali l’ecografia o la RMN per evidenziare la presenza delle patologie annesse: alterazioni articolari, osteoartriti, artrosi, fratture etc.
Aspetti clinici
La cisti di Baker può essere presente sia nei bambini che negli adulti. Nei bambini è asintomatica e non associata a versamento articolare del ginocchio e nella gran parte dei casi è dovuta ad un ingiuria biomeccanica. Negli adulti la clinica può essere sintomatica ed caratterizzata da una patologia in atto. E’ quindi importante verificare negli adulti quale sia la causa e la diagnosi differenziale della cisti di Baker deve poter escludere la presenza di tumori benigni o maligni (della sinovia, dell’osso es. Schwannoma o neurinoma etc.), dell’ aneurisma popliteo o di una trombosi venosa in atto.
ROTTURA DELLA CISTI DI BAKER: in caso di rottura della ciste, si può sviluppare uno stato irritativo nella zona dato dalla di diffusione del liquido infiammatorio attraverso prurito e il conseguente versamento di liquido a livello del polpaccio, del malleolo mediale e dorso del piede. Questa condizione può portare a situazioni di tromboflebite. In generale la presenza di una sindrome infiammatoria o artrite reumatoide può portare più facilmente alla rottura della ciste.
Trattamento conservativo
Il trattamento non invasivo è la forma elettiva di trattamento della cisti di Baker, per cercare di evitare il trattamento chirurgico. Lo Studio Salvi si avvale di protocolli che non agiranno solo sulla sintomatologia ma anche sulle ingiurie biomeccaniche o infiammatorie che l’hanno creata (tendinopatie, lesioni meniscali etc.). Ogni trattamento quindi sarà mirato alla causa della cisti.
FASE ACUTA E DOLORE: terapia fisica come Tecar, Ultrasuoni, Laser sono utili per ridurre la dimensione della ciste e a risolvere infiammazioni presenti nell’articolazione del ginocchio. E’ bene sostenere almeno 7/10 terapie ravvicinate. La Magnetoterapia è utile nei casi in cui la causa primaria dell’infiammazione al ginocchio sia degenerativa (artrosi).
TRATTAMENTO ADIUVANTE: il Kinesiotape è uno strumento che aiuta al drenaggio dei liquidi infiammatori durante il mantenimento a casa tra una terapia e l’altra. E’ possibile inoltre utilizzare cataplasmi di argilla blu-gialla per sfiammare ulteriormente la parte. L’utilizzo di bande elastiche e tutori è consigliato per limitare il rom articolare durante il periodo di recupero.
ESERCIZI E MASSOTERAPIA: se la problematica è dovuta ad un mal reclutamento muscolare, o se il paziente è un atleta, sarà necessario un recupero attraverso esercizi di riabilitazione specifici mirati o massoterapia.
Trattamento farmaco-chirurgico
Una cisti dolorosa di grandi dimensioni, invalidante e che non risponde al trattamento conservativo, può essere trattata con infiltrazioni di cortisone, ma si possono verificare delle recidive se non si risolve il problema che ha causato la cisti. Oppure può essere rimossa chirurgicamente, ma anche in questo caso, se non si risolve la causa, c’è la concreta possibilità di recidiva. Se il trattamento chirurgico è necessario, sarà comunque consigliato riabilitare il ginocchio attraverso il protocollo R.I.C.E ( ghiaccio, arto alzato, compressione e riposo) per tre giorni. Dopodiché è bene iniziare la riabilitazione attraverso la mobilitazione passiva e la terapia fisica. Dalla seconda settimana dopo l’intervento, il terapista eseguirà la mobilizzazione della cicatrice per evitare che si formino aderenze cicatriziali che limitano i movimenti. Nel caso in cui il paziente sia un atleta è possibile la ripresa dell’attività fisica mediante riatletizzazione, (calcio, bicicletta o corsa) circa un mese dopo l’intervento chirurgico.
Pubblicazioni
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