Fausto Boni – sindrome degli scaleni o stretto toracico – migliorato

Ciao sono un elettrauto e per lavoro sono sempre sotto le auto in pozioni strane. Da 3 mesi avevo dolore e rigidità al collo ed a volte mi si addormentava il braccio  e prendevo antidolorifici, ma mi è venuto il mal di stomaco. Stufo di drogarmi mi sono rivolto allo Studio Salvi mediante passaparola. Io pensavo solo di avere male alla cervicale perchè il dolore era lì e nel toccarmi sentivo come se ci fossero dei sassi nel collo ma il medico mi aveva detto che non era niente. Dopo consulenza la dottoressa che mi aveva anche chiesto se mi cadevano oggetti dalle mani e se avevo la sensazione di freddo sulla punta delle dita ed in effetti era vero, mi ha sottoposto ad alcuni test che hanno provocato i miei sintomi. La dottoressa sospettava della TOC, io non l’avevo mai sentita, cioè la sindrome degli scaleni, probabilmente dovuta alla mia postura. Mi aveva spiegato che diagnosticare il problema poteva risultare complesso perché ogni individuo rappresenta un caso a sé e che la terapia che si doveva fare era di tipo conservativo. Perchè nei casi gravi l’unica soluzione era chirurgica. Mi aveva spigato che questa sindrome era data dalla compressione della vena succlavia e dei nervi che passano nel del plesso brachiale fra la prima costola, la clavicola, i muscoli scaleni e piccolo pettorale. Spiegandomi che già fisiologicamente questo passaggio risulta essere stretto e che una compressione costante data da posizioni scorrette e lavori ripetitivi porta all’ usura dei tessuti fino all’insorgenza di vere e proprie patologie che potevano manifestarsi con sintomi neurologici (infatti avevo i formicolii), circolatori (avevo freddo) e dolori a livello muscolare. Infatti quando la Dottoressa mi ha fatto questi test si sono presentati tutti i sintomi. Mi aveva detto che per verificare anche se c’era una compromissione venosa, avrei dovuto sottopormi ad ulteriori esami perchè sottovalutare la TOC significava incorrere nel pericolo di aneurismi o coaguli. Quindi ha scritto al mio medico di sottopormi a indagini strumentali più accurate. Per fortuna, la mia forma non era vascolare quindi ho evitato di prendermi a vita gli anticoagulanti ed a questo punto la Dottoressa mi ha sottoposto a terapie di mobilizzazioni e decompressioni. E sono rinato. Sono consapevole che per guarire del tutto dovrei smettere di fare il mio lavoro e che finchè lo faccio la sindrome si può riacutizzare, ma nel frattempo ringrazio la dottoressa che mi ha saputo indicare che problema avevo e l’ha risolto; non farlo ripresentare ora dipenderà solo da me e magari è la volta buona che me ne vado a vivere alle Tenerife! Grazie Dottoressa Monica!!

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