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Pubblicato il 13 Agosto 2018 da Dottoressa Salvi

Sindrome dello stretto toracico, cause, sintomi e cura

Curare la sindrome dello stretto toracico. La Sindrome dello Stretto Toracico, chiamata anche TOC è una sindrome canalicolare determinata dalla sofferenza di strutture nervose e vascolari, che passano nel plessobrachiale, struttura anatomica che percorre il piccolo pettorale, lo spazio interscaleno formato dallo scaleno anteriore e medio, il succlavio e si porta verso la regione laterale del collo composto dai rami anteriori di C5, C6, C7, C8, D1 i rami anastomotici di C4 e D2. I sintomi della TOC, possono evidenziarsi attraverso una sofferenza nervosa (formicolii, debolezza e intorpidimento lungo un braccio e la mano), circolatoria (mano fredda, calda, edematosa) algie (mal di testa, collo, scapole, rigidità). Oltre alle strutture vascolari e nervose è indispensabile soffermarsi sull’importanza del nervo vago, che se presentasse una compressione, evidenzia la sua sofferenza attraverso a sintomi differenziali scatenanti dal sistema autonomo centrale, che iper sollecitando il sistema parasimpatico può provocare aritmie cardiache, vertigini, nausea, iperidrosi, dolore all’epigastrio, disordini intestinali, fino alle crisi di panico, pianto ed insonnia. I vari rami che si dipanano dal vago infatti, raggiungono le pareti di molti organi stimolando a loro volta la produzione di enzimi che provocano le reazioni chimiche degli scompensi citati. Non è raro infatti che questa sindrome, venga accompagnata da disturbi differenziali e proprio grazie a questa ambiguità sintomatologica, a volte risulta difficile orientarsi in prima battuta sulla TOC.

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Cosa succede alle strutture coinvolte

Anatomicamente la zona della Toc è delimitata dalla fascia di Sibson, dalla clavicola, dalla I° costa, dal processo coracoideo, che restringono il passaggio del plesso brachiale con la possibile contrattura dei muscoli succlavio, piccolo pettorale e l’iper tonicità dei muscoli scaleni anteriore e medio ed omoideo; queste strutture possono mettere in sofferenza il legamento costo-clavicolare, la vena e arteria giugulari interne, il nervo mediano, il nervo ipoglosso. L’ intrappolamento può coinvolgere più nervi del plesso brachiale così come l’arteria e vena succlavia e il nervo vago con la conseguente sindrome vaso vagale.

Come si può verificare la presenza di una TOC?

In prima analisi attraverso la raccolta dati e la diagnosi differenziale dei sintomi,  poi attraverso alcuni test esplorativi come ad esempio il test di Adson, che può indirizzarci verso quest’ ipotesi diagnostica. In seguito un’ ecodoppler potrebbe confermare della diminuzione del battito durante il movimento nell’ esecuzione del test, ma l’esame elettivo è la RMN, che potrebbe indicare quali strutture sono intrappolate.

TOC con sofferenza circolatoria

Nel caso in cui si sospetta una compressione vascolare è possibile lo studio dei vasi sovraortici completato da un’angio-rmn dei vasi al collo. Andrebbe anche eseguito un’angio-rmn dei vasi, presumibilmente compressi dalla mega apofisi-tratto fibrotico conseguente, nelle posizioni di maggior evidenziazione della possibile compressione vascolo-nervosa. Se tali esami confermerebbero la compressione vascolare, l’unica terapia è neuro chirurgica unita a quella farmacologica.

TOC senza sofferenza circolatoria

Per fortuna la maggior parte delle sindromi dello stretto toracico, non sono cos’ gravi da evidenziare una sofferenza vascolare ed in quel caso i pazienti possono trovare giovamento attraverso il trattamento conservativo multidisciplinare che dovrà essere calibrato su ogni paziente in funzione dei sintomi e degli eventuali squilibri biomeccanici evidenziati.

Blocchi periferici del Plesso

Presenti sui rami terminali dopo che hanno abbandonato la regione ascellare si possono trovare:

  • Blocco medio-omerale
  • Blocco al gomito
  • Blocco al polso

Sintomi

  • Segni neurologici: la mano di Gilliat-Sumner (mano a cucchiaio) data dal coinvolgimento di C8-T1 accompagnata da parestesia, formicolii, lungo la parte inferiore dell’avambraccio ed il palmo della mano lungo il nervo ulnare;  stanchezza, pesantezza e parestesia nell’ elevazione del braccio; debolezza della mano; mancanza di precisione nei movimenti fini della mano e perdita sensoriale.
  • Segni circolatori venosi: pallore del braccio coinvolto, polso debole o assente, freddo al tatto.  Edema della mano e delle dita e distensione delle vene superficiali della spalla e del tronco.
  • Segni circolatori arteriosi: cianosi, assenza di polso e braccio freddo al tatto, pressione arteriosa del braccio coinvolto maggiore di 20mmHg (indicatore attendibile di un coinvolgimento arterioso), debolezza posizionale dell’avambraccio e della mano, fenomeni di Raynaud periferici.
  • A livello della testa:  mal di testa unilaterale occipito-frontale, strane sensazioni sul viso e sulla parte esterna delle orecchie
  • A livello delle spalle e del collo: dolore sordo al collo, spalla ed ascella e rigidità
  • A livello del torace: dolore toracico di tipo anginoso e dolore scapolare
  • Sindrome vaso vagale: vertigini, sincope, disartria, disfonia, disfagia, diplopia, acufeni, nausea, aritmie, iperidrosi

Cause della sindrome dello stretto toracico

  • Postura scorretta reiterata nel tempo 
  • Seni grandi 
  • Debolezza del muscolo trapezio
  • Trauma toracici, frattura alla clavicola o colpo di frusta 
  • Artrite reumatoide e fibromialgia 
  • Lesioni vascolari primarie (trombi o aneurisma) 
  • Tumori e Sindrome di Pancoast 
  • La Sindrome di Paget-Schroetter o tromboflebite dell’arto superiore
  • Insufficienze nutrizionali (vitamine complesso B, Acido folico o vit. B9, vitamina C etc.)
  • Insufficienza di estrogeni

Terapia 

I trattamenti debbono essere mirati in base all’individuazione delle strutture in sofferenza. Tecniche di decoaptazione ATM e cranio sacrale e Terapia 3D d’ urto Metodo Salvi risultano essere il trattamento elettivo per la sindrome non vascolare. In caso di blocco vascolare la terapia è chirurgica.

Mantenimento posturale sindrome dello stretto toracico

Gli esercizi che seguono possono essere di auto-aiuto per i paziente sofferenti di Toc. Gli esercizi da soli non sono sufficienti allo sblocco e liberazione dello Stretto Toracico, ma sono adiuvanti al trattamento nella continuazione terapeutica domiciliare.

Es.1: In piedi fra una porta aperta, mani all’altezza delle spalle, gomiti piegati, flettersi con il tronco in avanti fino a sentire l’allungamento dei muscoli del torace, trattenere per 10-15 sec.

Es.2: In posizione eretta braccia distese lungo i fianchi, lateroflettere la testa inclinandola verso sinistra appoggiando l’orecchio sinistro sulla spalla corrispondente senza forzare e senza causare dolore. Trattenere per 10-15 sec. Ripetere nel lato destro.

Es.3: In posizione eretta braccia distese lungo i fianchi, portare le spalle in avanti ed in alto. Rilassare. Portare le spalle indietro ed in alto. Rilassare. Alzare le spalle in alto. Rilassare. Si possono gradualmente utilizzare pesi da 2,5 a 10 kg. in ogni mano mentre pratica l’esercizio.

Es.4: Disteso prono, mettere le mani dietro la schiena. Alzare la testa ed il petto avvicinando le scapole e spiegando il mento in avanti. Mantenere questa posizione per circa 3 sec.


Studio Dott.ssa Salvi: Specialisti in Terapia riabilitativa e del dolore 3D Metodo Salvi® –  Terapia Estetica Clinica

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 Web: www.dottoressasalvi.com

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