“Ogni distorsione di caviglia è una storia a se”. Il piede e conseguentemente tutte le ossa prossimali a lui articolate (tibia, perone) ed a cascata le articolazioni più distali quali femore, sacro, colonna vertebrale e relative strutture a loro interposte (muscoli, legamenti, tendini, fasce, retinacoli, sindesmosi), possono essere coinvolte in un quadro distorsivo anche di media-bassa entità, contribuendo a dolore, tensione, gonfiore soprattutto durante il giorno, sensazione di instabilità o di gomma, anche a più di 6 mesi dall’evento traumatico. Indagare approfonditamente tutte le strutture implicate nella funzionalità e biomeccanica del piede è importante per poter escludere o correggere, prima che si cronicizzi, una condizione patologica secondaria alla distorsione di caviglia.
Sindesmotic Impingment: la sindesmosi è una struttura formata da tre legamenti e un cuscinetto adiposo chiamato frangia. Mentre i legamenti TFAIL (tibio fibulare antero inferiore), TFAPL (fibulate antero poseriore) e IOL (interosseo), sono responsabili della congruenza e stabilità del perone con la tibia, la frangia pannicolare chiamata flatty sinovial fringe, è una struttura adiposa anidra che si localizza nella cavità sinoviale tibio fibulare prossimalmente al legamento IOL, che si alza ed abbassa durante i movimenti di dorsiflessione e plantaflessione della caviglia. Mentre nella dorsiflessione la frangia si rialloggia nella capsula durante la plantaflessione scende sull’articolazione tibio tarsica. Questo scorrimento potrebbe essere limitato da impingment rendendo la frangia edematosa e lo scorrimento difficoltoso nonchè l’alloggiamento capsulare inadeguato. Questa condizione è stata identificata come causa di dolore cronico e sensazione di riempimento.