Sia l’ipocondria che i disturbi psicosomatici, causano nei soggetti che le manifestano dipendenza farmacologica, terapeutica ed ospedalizzazione con un costo personale e sociosanitario enorme. Quali sono e cosa sono i disturbi somatoformi? Quali sono i sintomi? Come diagnosticarli? E quali le terapie? Ma si può uscirne? Premesso. Ogni sanitario o terapeuta al di là delle competenze accademiche o professionali e di ruolo, prima di stabilire che “uno o più sintomi sono la manifestazione organica di disturbi psicosomatici, depressivi, ansiogeni o stress”, debba in coscienza verificare che l’origine del malessere sia organica e che l’ansia o la depressione siano la conseguenza del fatto che si sta male; comunque sia, il nostro corpo, attraverso delle manifestazioni organiche, mette in evidenza le nostre paure e le nostre frustrazioni, spesso ancor prima che noi le ammettiamo persino a noi stessi. A causa dell’ enfatizzazione emotiva tipica del soggetto somatoforme, che porta ad esacerbare i sintomi ed a vivere con estrema ansia sia il percorso diagnostico che le eventuali terapie, con la paura che i sintomi si ripropongano, sia l’ipocondria che i sintomi conseguenti a cause psicosomatiche, rendono invalidante la vita di una persona minandone la qualità di vita non solo a causa delle manifestazioni organiche, ma anche nel modo in cui vengono affrontate. Una persona realmente malata non solo affronta la malattia, gli stadi di guarigione e le eventuali recidive, in modo più positivo rispetto al soggetto psicosomatico, ma se non c’è una motivazione patologica, evita la cronicizzazione purtroppo tipica del soggetti somatoformi.
Non tutti somatizzano
La somatizzazione, tuttavia, non è processo comune a tutti gli individui difatto a volte, ci sono persone provate dalla vita capaci di far fronte all’ennesimo assalto con l’adattamento e l’attuazione di meccanismi difensivi che gli permettono di superare il nuovo ostacolo senza somatizzare.
Cause
Grazie agli studi clinici dell’Università di Washington è stato stilato il Social Readjustement Rating Scale, una raccolta di eventi o situazioni che preludono allo sviluppo di malattie psicosomatiche; L’eziologia è data dall’incontro con la propria predisposizione al disfattismo o all’incapacità di affrontare nel modo corretto gli eventi (che potrebbe avere cause psicologiche, emotive, etc.) con un innesco; come la morte del coniuge o un lutto, la separazione, mancanza di realizzazione, ma anche il cambiamento di residenza, di lavoro etc. Eventi che funesti o no, mandano in tilt il nostro sistema di adattamento che non sapendo come affrontare queste difficoltà, va in allarme e si manifesta attraverso i disturbi somatoformi.
I disturbi somatoformi
La caratteristica comune dei disturbi somatoformi, è la presenza di sintomi fisici che si manifestano attraverso una condizione medica, ma che di fatto non hanno una causa patologica, perchè determinati dagli effetti diretti di una sostanza prodotta, (ormonale, enzimatica etc.), condizione emotiva o psicologica. I disturbi somatoformi si manifestano in modi diversi:
- Ipocondria
- Disturbo di paramorfismo corporeo
- Disturbo psicosomatico
- Disturbo somatoforme idiopatico
Quando non siamo soddisfatti di ciò che facciamo, delle nostre scelte o quando ci sentiamo obbligati o vincolati e indecisi, ci sentiamo frustrati. Normalmente i nostri sistemi di adattamento ci consentono di adattaci ogni volta alle situazioni di disagio. Quando ciò non accade, il nostro corpo manifesta tutta una serie di disturbi, che pur essendo riconducibili ad una diagnosi medica, non sono determinati da una patologia ma dalla condizione di disagio.
Ipocondria
Possiamo definirla come un’ inquietudine ossessiva e ingiustificata per la propria salute, che nemmeno le rassicurazioni dei medici e la totale assenza di cause fisiologiche riconoscibili attraverso diagnosi anche invasive riescono a giustificare. Il soggetto ipocondriaco, non solo ha una costante apprensione per la propria salute e l’ansiosa o addirittura ossessiva tendenza a sopravvalutare i minimi disturbi. Sebbene la preoccupazione per la propria salute sia in genere legata all’osservazione ossessiva di sintomi oggettivi, essa persiste anche dopo una valutazione medica in cui sia appurato che tali sintomi non indichino nessuna causa patologica o comunque non una patologia abbastanza grave da giustificare il livello di paura che si rivela ingiustificato. Inoltre l’ipocondriaco è facilmente condizionabile, mettendo il soggetto nella posizione di avere costantemente paura che un certo sintomo, simile a quelli più gravi letti su una rivista, visti alla tv o di un parente, sia indice di patologia mortale. Proprio per ciò l’ipocondriaco si sottopone a visite infinite per sedare almeno temporaneamente, il suo livello di ansia che ritorna in modo uguale se non peggiore, al sintomo successivo.
Disturbo paramorfismo corporeo
La mancanza di autostima, di fiducia in se stessi, non piacersi fisicamente, non accettare un cambiamento corporeo, porta il soggetto a volersi nascondere ed annullare, mantenendo degli atteggiamenti posturali (paramorfismi) che una volta consolidati diventano vere e proprie anomalie strutturali (dismorfismi). Camminare con una posizione incurvata, cercare di nascondere il seno, mantenere la testa bassa e le spalle contratte, sedersi come per nascondersi a lungo andare possono portare scogliosi, cifosi, iperlordosi anche gravi. Le posizioni posturali che assumiamo quando siamo tesi e preoccupati posso portare anche cefalea muscolo tensiva, torcicollo, mal di schiena. In questi casi non basta agire sul sintomo attraverso l’ausilio di terapie posturali o corsetti, ma è necessario rafforzare la fiducia in se stessi ed accettarsi perchè è l’atteggiamento che ha una persona verso il mondo esterno, che lo ha portato ad assumere posizioni errate. Proprio per ciò lo Studio Salvi, effettua una valutazione anche psicologico-emotiva del soggetto, per meglio identificare il miglior approccio terapeutico.
Disturbo psicosomatico
Somatizzare significa manifestare attraverso dei disturbi corporei un disagio. Il disturbo psicosomatico è un disturbo polisintomatico la cui caratteristica consiste nel manifestare discontinui e cronici disturbi sul piano fisico, che coinvolgono più organi, che spesso non sono correlati e che non sono determinate da cause (Es: avere il gomito che fa male senza averlo traumatizzato e senza esserci segni o motivi di over use). Il disturbo psicosomatico è una patologia cronica e fluttuante, che si risolve in una guarigione completa solo di rado. Con una ciclicità periodica il paziente accusa nuove crisi sintomatiche acute che lo spingono a richiedere ulteriore attenzione medica. Purtroppo, una rilevante quota di malati, rifiutano l’idea che i disturbi possano avere un’origine emotiva o psicologica, evitando un aiuto in tale direzione. Incappando nel rebalding. Dal momento in cui i medici, dopo attente valutazioni, giungono alla diagnosi di disturbo psicosomatico, il paziente si rivolge ad altri specialisti cercando nuovi esami clinici e un trattamento che lo soddisfi sul piano fisico portando ad un ulteriore cronicizzazione e alla dipendenza da farmaci, terapie e diagnosi.
Disturbo somatoforme idiopatico
A volte ci sono “cause” emotive o psicologiche che giustificano la presenza di sintomi fisici, ma altre volte no. E’ il caso si una persona che apparentemente realizzata, non evidenzia problemi o disagi emotivi, eppure manifesta uno o più sintomi che non hanno una causa organica che li giustifichi. In quest’epoca dove tutto deve avere nome e cognome, spesso non si accetta che il corpo umano, manifesta se stesso sotto qualunque forma e non sempre è “giustificabile” ciò che accade, nonostante la medicina in tal ambito, abbia e faccia passi da gigante.
Sintomi
I sintomi possono coinvolgere tutti i distretti corporei da quello gastrointestinale con nausea, vomito, diarrea, stitichezza e intolleranza ai cibi, a quello cardiocircolatorio con aritmie, ipertensione e tachicardia, a quello muscolare con mal di schiena, torcicollo e mialgie, ai disturbi dermatologici come acne, psoriasi, prurito e orticaria, eczemi e dermatiti, ai disturbi neurologici come disfagia, afasia, vertigini, fischi, perdita della vista, alla comparsa di manifestazioni che coinvolgono il sistema autonomo centrale (tachicardia, senso di soffocamento,apnee, ipersudorazione,insonnia, fame d’aria), al mal funzionamento ormonale, enzimatico, del sistema immunitario (ci si ammala spesso ed i tempi di guarigione sono più lunghi)
Diagnosi
L’individuazione della presenza di un disturbo somatico è tutt’altro che semplice e anche la diagnosi è un vero e proprio percorso ad esclusione. La sintomatologia spesso è di natura vaga, mal definibile, non correlata a causa-effetto e colpisce distretti diversi in modo indiscriminato e la caratteristica comune di tutti i disturbi è che non sono gravi. La diagnosi differenziale dev’essere compiuta anche rispetto a tutta una serie di psicopatologie apparentemente familiari ed elencate nel DSM e nell’ ICD-10 dell’Organizzazione mondiale della sanità, differenziandola anche dall’ipocondria. Una diagnosi corretta si deve avvalere di un equipe multidisciplinare che, dopo avere escluso cause organiche accompagni il paziente nella direzione di ascolto e supporto in psicoterapie mirate.
Terapia
Immunizzarsi allo stress o contro i pensieri ed eventi negativizzanti non è possibile, ma ci sono elementi che possono contribuire alla nostra resilienza ovvero alla capacità di adattarci e proteggerci. La nostra resilienza è determinata da fattori interni ed esterni. Tra i fattori interni è preponderante il coping che può essere positivo o negativo, ossia la capacità di affrontare in modo positivo o negativo gli eventi. Per quanto riguarda i fattori esterni sono importanti la presenza di una sana e solida rete relazionale, familiare e sociale e la consapevolezza di poter contare su un supporto familiare, amicale e professionale che funga da cuscinetto di protezione nei confronti dei fattori stressorei più comuni. Un coping negativo unito al non supporto relazionale, impedisce in modo determinante la formazione della resilienza. La terapia deve poter agire sia sui sintomi che sulle cause. Lo Studio Salvi si avvale di terapie dolci che prendano in carico il paziente cercando di sostenerlo e di comprenderlo unito ad una psicoterapia breve ma efficace.
Un consiglio sociologico: L’ALTALENA DELLA VITA (e di altri guai)
Ci sono persone che per paura di prendere delle decisioni vivono la loro vita su un altalena. Vado o non vado? Scendo o non scendo? Meglio qua o là? faccio bene o male? Sarà la scelta giusta o sbagliata? A volte queste decisioni sono influenzate dalla mancanza di autostima e fiducia in sè, a volte sono condizionate da ciò che la società o meglio gli altri si aspettano da noi. Eppure ben sappiamo ciò che vorremmo o che non vorremmo, ma non lo seguiamo. per paura o perchè pensiamo non si possa. Viviamo incasellati in compartimenti stagni in cui A deve corrispondere ad A. Ma i sentimenti umani, i valori, l’identità non possono essere classificabili; bensì sono parametri soggettivi. E’ come il dolore. Non è mai univoco. Il dolore che avverto io se mi sbuccio il ginocchio, è diverso rispetto a quello che prova ognuno di voi se vi sbucciate il ginocchio nel medesimo modo, quindi… persino ad un fatto organico oggettivo, le risposte e il conseguente modo di affrontare la lesione, rimangono soggettive. Cosi’ accade con i farmaci e le stesse terapie, che non hanno risposte eguali per ognuno nonostante agiscano fisiologicamente nello stesso modo. Stante questa incontrovertibile realtà, mi dite quando è accaduto che A iniziasse a corrispondere ad A?? Le classificazioni distruggono l’individuo, quell’essere naturalmente unici e ragionevolmente diversi dagli altri, non solo fisiologicamente (ancorchè non esiste nel mondo una copia assolutamente uguale a noi). Premesso ciò, visto che non possiamo cambiare il mondo, possiamo però cambiare noi stessi. Ciò significa che dobbiamo essere consci che i casellari, benchè siano un paradosso, esistono; con i conseguenti attacchi e pregiudizi che feriscono al punto di minare la fiducia in sè stessi e quindi la propria autodeterminazione. E se vogliamo sopravvivere, non ci resta che farci coraggio e rafforzarci, perchè se il mondo non cambia, possiamo di certo cambiare il modo di rapportarci a lui…e magicamente, ma sarebbe più corretto asserire trionfalmente, scenderemo da quella altalena, godendoci la posizione che ci spetta che abbiamo costruito con i sacrifici e che ci siamo meritati. Dottoressa Monica Salvi
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