Il sistema muscolo scheletrico, ed in questo caso le articolazioni, spesso sono sede di dolori ed espressioni patologiche (gonfiore, calore, eritemi etc.) loco regionali riferiti o riflessi, che sono la manifestazione di una patologia sistemica, non sempre accompagnata da ulteriori sintomi generalizzati evidenti. Ed è perciò che una TEMPESTIVA E CORRETTA diagnosi differenziale, formata attraverso l’osservazione clinica e la raccolta anamnestica, ci indica quale è la causa primaria dei sintomi. La gotta, come altre patologie metaboliche, si evidenzia attraverso dolore, tumefazione, rossore ad alcune articolazioni, in particolar modo a quelle di mani e piedi. L’attacco iniziale di artrite acuta è generalmente mono articolare e spesso interessa la prima articolazione di piedi o mani. Ma come è possibile, oltre ai sintomi articolari, capire che si è difronte ad una patologia metabolica? E come curarla in modo duraturo, naturale, conservativo ed efficace?
Fisiopatologia
Se i reni non riescono ad eliminare l’acido urico prodotto dal nostro organismo o, se per qualche motivo è in corso una sovra produzione dell’acido, i valori ematici dell’uricemia salgono oltre i limiti della normalità (7 mg/dl per gli uomini e 6,5 mg/dl per le donne) entrando in uno stato di iperuricemia, la quale in alcuni casi può evolvere in gotta. Maggiori sono il valore e la durata dell’iperuricemia, tanto più elevata è la probabilità di sviluppare la gotta. L’acido urico precipita sotto forma di cristalli aghiformi di urato monosodico, che si depositano in sede extracellulare nei tessuti non vascolarizzati come le cartilagini, o poco vascolarizzati come nei tendini, guaine tendinee, legamenti, pareti delle borse, nella cute intorno alle articolazioni periferiche e nei tessuti distali più freddi (es. orecchie). Nelle forme croniche gravi, i cristalli di urato possono depositarsi nelle articolazioni centrali più grandi e nel parenchima di organi come i reni. Grazie al pH acido dell’urina, l’urato precipita rapidamente sotto forma di piccoli cristalli di forma appiattita o di acido urico a forma di diamante, che si possono aggregare a formare calcoli, i quali possono ostruire il flusso urinario oppure aggregarsi in cristalli di urato monosodico, i tofi, che si sviluppano con maggior frequenza nelle articolazioni e nel tessuto cutaneo.
Cause
La ridotta escrezione renale dell’acido urico, o la sovrapproduzione dell’acido che fatica ad essere smaltito, sono le cause più comune di iperuricemia. E possono dipendere da:
- ereditarietà
- obesità
- pazienti in terapia con diuretici tiazidici
- pazienti trapiantati in terapia con la ciclosporina ad alti dosaggi
- traumi
- da complicazioni medico-patologiche (polmoniti o altre infezioni) o chirurgiche
- dall’uso di farmaci con effetti ipouricemizzanti (allopurinolo, probenecid, nitroglicerina)
- pazienti con patologie che riducono la velocità di filtrazione glomerulare come nelle malattie ematologiche ( linfoma, leucemia, anemia emolitica) e da quelle situazioni in cui vi è un elevato indice di proliferazione e morte cellulare (psoriasi, chemioterapia citotossica, radioterapia)
- anomalie enzimatiche; deficit di ipoxantina-guanina fosforibosiltransferasi (deficit enzimatico nella sindrome di Lesch-Nyhan), l’iperattività della fosforibosilpirofosfato sintetasi
- negli alcolisti, l’etanolo induce un aumento del catabolismo delle purine nel fegato con conseguente formazione di acido lattico, che blocca l’escrezione di urati dai tubuli renali.
- l’ avvelenamento da piombo danneggia i tubuli renali, portando alla ritenzione degli urati
- l’aumentata assunzione di cibi ricchi di purine (fegato, rene, acciughe, asparagi, brodo, aringhe, sughi a base di carne e brodi, funghi, cozze, sardine, animelle) può contribuire all’iperuricemia
Artrite Gottosa – sintomo spia –
E’ il sintomo più evidente. L’artrite gottosa acuta generalmente esordisce con un improvviso dolore (spesso notturno). Il più delle volte viene coinvolta l’articolazione metatarso falangea dell’alluce (la cosiddetta podagra), ma anche il collo del piede, la caviglia, il ginocchio, il polso e il gomito sono sedi frequenti. Raramente sono coinvolte le articolazioni coxo-femorale, della spalla, sacroiliaca, sternoclavicolare e del rachide cervicale. Il dolore diviene progressivamente più intenso, in genere nel giro di poche ore, e spesso è intollerabile. La tumefazione, il calore, l’arrossamento e la dolorabilità selettiva possono suggerire un’infezione. La cute sovrastante può divenire tesa, calda, lucida e di colore rosso o violaceo. Talora compaiono febbre, tachicardia, brividi e malessere. La gotta va sospettata in pazienti con improvvisa ed inspiegabile artrite acuta monoarticolare o oligoarticolare, in particolare se è interessato l’alluce, o vi è una precedente storia di artrite acuta improvvisa ed inspiegabile con remissione spontanea.
→ Tofi
Sono in genere papule o noduli solidi gialli o bianchi, singoli o multipli che si sviluppano in diverse sedi anche se normalmente crescono sulle nocche delle dita di mani e piedi, sull’olecrano (punta del gomito), al tendine di Achille nel sottocute delle orecchie. Internamente, possono svilupparsi nei reni, in altri organi. Normalmente indolori poichè racchiusi in una matrice fibrosa, che impedisce loro di causare un’infiammazione acuta, i tofi, specie nelle borse olecraniche, possono andare incontro a infiammazione acuta e divenire dolenti, dopo un trauma lieve o non evidente. Possono ulcerare la cute, determinando la secrezione di masse gessose di cristalli di urato. I tofi intra ed extrarticolari possono limitare il movimento e causare deformità, determinando la cosiddetta artrite gottosa tofacea cronica. Nei pazienti con noduli artrosici di Heberden i tofi possono trovarsi all’interno dei noduli stessi. Tale sviluppo si verifica il più delle volte nelle donne più anziane in trattamento con diuretici.
→ Gotta cronica
L’artrite gottosa cronica può causare dolore, deformità e limitazione della motilità articolare. L’infiammazione può svilupparsi in alcune articolazioni e placarsi in altre. Circa il 20% dei pazienti con gotta sviluppa una litiasi renale da calcoli di acido urico o di ossalato di Ca. Le complicanze comprendono occlusione e infezione, con patologia tubulo-interstiziale secondaria. La gotta cronica aumenta il rischio di sviluppare artrosi secondaria.
Evoluzione
In genere i primi attacchi colpiscono un’articolazione e durano pochi giorni. Gli attacchi successivi possono colpire varie articolazioni contemporaneamente o sequenzialmente e persistere fino a 3 settimane se non trattati. Successivamente gli attacchi si presentano dopo vari intervalli in modo asintomatico e progressivamente sempre più brevi. Possono, infine, verificarsi numerosi attacchi ogni anno. Una disfunzione renale progressiva non trattata, il più delle volte correlata a un’ipertensione coesistente e, meno frequentemente, a un’altra causa di nefropatia, compromette ulteriormente l’escrezione di urato, accelerando la deposizione di cristalli nei tessuti. Inoltre nei pazienti gottosi sono frequenti patologie cardiovascolari e la sindrome metabolica.
Diagnosi
La diagnosi di gotta va sospettata nei pazienti con artrite acuta mono-articolare od oligoarticolare, soprattutto negli anziani o in quelli con altri fattori di rischio. La podagra e l’infiammazione ricorrente del collo del piede sono particolarmente indicative. Caratteristici sono anche gli attacchi iniziali con insorgenza improvvisa e che si risolvono spontaneamente. Sintomi simili possono aversi nelle seguenti patologie. La diagnosi può essere confermata identificando cristalli aghiformi di urato, nel liquido articolare. La presenza di reumatismo palindronico caratterizzato da acuti e ricorrenti attacchi infiammatori, all’interno o nelle vicinanze di una od occasionalmente più articolazioni, con spontanea risoluzione accompagnato da dolore ed eritema.
→ Analisi del liquido sinoviale
Nel sospetto di un’artrite gottosa acuta, deve essere eseguita l’artrocentesi e l’analisi del liquido sinoviale, mentre in un paziente con diagnosi di gotta, non va eseguita l’artrocentesi in corrispondenza di una tipica recidiva, ma va eseguita in presenza di diagnosi dubbia o se i fattori di rischio del paziente o altre caratteristiche cliniche suggeriscono un’artrite infettiva.
→ Esami di laboratorio – IperUricemia
Un’uricemia elevata rappresenta un elemento a favore della diagnosi di gotta, ma non è specifica né sensibile; circa il 30% dei pazienti ha un livello normale di uricemia durante un attacco acuto. Tuttavia, la linea guida del livello di acido urico sierico fra gli attacchi riflette le dimensioni del pool solubile di urati extracellulari. Il livello deve essere misurato 2 o 3 volte in pazienti con gotta di recente scoperta, per fornire un dato di riferimento; se risulta elevato (> 7 mg/dL [> 0,41 mmol/L]), talvolta viene misurata l’escrezione urinaria di urati nelle 24 h. La normale escrezione nelle 24 h, nelle persone con una dieta regolare, è di circa 600-900 mg. La quantificazione dell’acido urico urinario può indicare se l’iperuricemia deriva da una compromessa escrezione o da un’aumentata produzione ed è utile se viene impiegato un farmaco uricosurico per ridurre i livelli di uricemia. I pazienti con elevata escrezione urinaria di acido urico hanno un rischio aumentato di urolitiasi ed i farmaci uricosurici sono in genere evitati.
→ Diagnostica per immagini
Si possono eseguire RX dell’articolazione colpita per ricercare tofi ossei, ma non sono strettamente necessarie se la diagnosi è stata posta con l’analisi del liquido sinoviale. Nella malattia sono presenti depositi radiopachi nella fibrocartilagine, nella cartilagine ialina articolare (soprattutto nel ginocchio) o in entrambe.
Diagnosi di artrite gottosa cronica
L’artrite gottosa cronica deve essere sospettata in pazienti con persistenti patologie articolari, o con tofi sottocutanei od ossei. Possono risultare utili esami RX standard della 1a articolazione metatarso-falangea o delle altre articolazioni colpite. Queste RX possono mostrare lesioni a stampo nell’osso subcondrale con margini ossei debordanti, soprattutto a livello della prima articolazione metatarso-falangea; le lesioni devono avere un diametro ≥ 5 mm per essere visibili alla RX. Lo spazio articolare è tipicamente conservato fino agli stadi tardivi della malattia. L’ecografia è utilizzata per rilevare un segno tipico di doppio contorno che suggerisce la deposizione di cristalli di urato, ma la sensibilità è operatore-dipendente e la differenziazione dal deposito di cristalli di pirofosfato di calcio può essere difficile.
Prognosi
La prognosi con una diagnosi precoce della gotta, consente alla maggior parte dei pazienti di avere una vita normale. Per molti pazienti con malattia avanzata, la drastica riduzione del livello di urato sierico può risolvere i tofi e migliorare la funzionalità articolare. La gotta è generalmente più grave nei pazienti i cui sintomi iniziali si manifestano prima dei 30 anni. L’alta prevalenza della sindrome metabolica e le malattie cardiovascolari probabilmente aumentano la mortalità dei pazienti con gotta. Alcuni pazienti non migliorano in maniera adeguata con il trattamento. Le cause più frequenti sono la non aderenza alla terapia, l’alcolismo e l’inadeguato trattamento da parte dei medici.
Trattamento
- In acuto se presente dolore utilizzare crioterapia ma a bassi dosaggi
- Risoluzione di un attacco acuto con FANS, corticosteroidi, colchicina
- Prevenzione degli attacchi acuti ricorrenti con colchicina giornaliera
- Trattamento dell’ ipertensione, iperlipidemia e obesità spesso coesistenti
- In caso di comorbilità multiple (ulcere gastroduodenali, malattia renale cronica) che sono controindicazioni relative ai farmaci utilizzati per il trattamento degli attacchi acuti (FANS o corticosteroidi) si possono utilizzare terapie naturali
- Per tutti i pazienti è auspicabile l’assunzione di ≥ 3 L/die di liquidi, in particolare per quelli che eliminano cronicamente sabbia o calcoli di urati
- L’ alcalinizzazione dell’urina prima di andare a letto (assunzione bicarbonato) è talvolta efficace nei soggetti con urolitiasi persistente da acido urico, nonostante la terapia ipouricemizzante e un’adeguata idratazione. Tuttavia, l’eccessiva alcalinizzazione dell’urina può causare la deposizione di cristalli di ossalato e di fosfato di Ca
- Per disintegrare i calcoli renali può essere necessaria la litotrissia con onde d’urto
- Assunzione di vitamina c. Questa vitamina aiuta a espellere l’acido urico attraverso i reni con la produzione di urina.
- Utilizzo di rimedi omeopatici è ottimo nella fasi di dolore quali la Belladonna (in presenza di rossore, tumefazione, calore, battente e pulsante) – Apis (se il dolore è bruciante, puntiforme e caldo) Bryonia (se siamo in presenza di dolore lento, profondo, di notte ma senza rossore), Ledum Palustre (se la parte non si può toccare perchè fa molto male ma è pallida). Se gli attacchi sono dati da traumatismi sarà bene utilizzare Arnica, mentre in quegli attacchi preceduti da abbondanti libagioni e bevande alcoliche in eccesso, si utilizzerà Nux Vomica.
- Evitare l’eccesso di purine nella dieta
Alimentazione per la gotta
Una modifica della dieta, soprattutto se la gotta è determinata da questa causa, può aiutare a ridurre i livelli di acido urico nel sangue. Poiché le purine sono convertite dall’organismo in acido urico, gli alimenti ricchi di questa sostanza si dovrebbero evitare.
Gli esempi di alimenti ricchi di purine sono: crostacei e carne, soprattutto il fegato, il cervello, rene, acciughe, asparagi, brodo, aringhe, sughi a base di carne e brodi, funghi, cozze, sardine, animelle ed alcolici mentre il consumo di latticini sembra ridurre la frequenza degli attacchi. La birra è particolarmente ricca di guanosina, una purina nucleoside. Tuttavia, una rigida dieta a basso contenuto di purine riduce l’uricemia solo di 1 mg/dL circa.
Riabilitazione nella gotta, star bene senza farmaci
Durante le crisi la terapia fisica può essere molto efficace sia come antinfiammatorio esogeno, che come antidolorifico. Lo Studio Salvi utilizza con efficacia la mesoterapia transdermica o ionoforesi, per veicolare antinfiammatori naturali e del tutto privi di controindicazioni, o su supervisione medica i corticosteroidi e i FANS, loco regionali senza dover passare per la muscosa gastrica. La crioterapia e gli ultrasuoni, in caso di dolore accompagnato ad infiammazione, sono ottimi per ridurre considerevolmente i sintomi senza l’utilizzo di farmaci.
Terminata la fase acuta la mobilizzazione articolare e lo stretching migliorano i gradi di movimento, l’ossigenazione tissutale. Un programma conservativo quindi, può contrastare gli effetti della gotta efficacemente senza affaticare troppo. Lo specialista seguirà il paziente sia in fase acuta che dalle prime fasi del recupero insegnando ad eseguire specifici esercizi autonomamente. Per i casi in cui anche la vita quotidiana risulta difficile, esistono le terapie occupazionali che supportano il paziente con strumenti di uso quotidiano specifici per chi ha delle deformità (tazze, posate, etc.).
Oltre alla gestione del dolore, l’affiancamento ad una nutrizionista, naturopata ed omeopata risulta essere vincente nella gestione del paziente gottoso.