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Pubblicato il 14 Giugno 2019 da Dottoressa Salvi

Fault perone. Complicazione distorsione alla caviglia

“Ogni distorsione di caviglia è una storia a se”. Il piede e conseguentemente tutte le ossa prossimali a lui articolate (tibia, perone) ed a cascata le articolazioni più distali quali femore, sacro, colonna vertebrale e relative strutture a loro interposte (muscoli, legamenti, tendini, fasce, retinacoli, sindesmosi), possono essere coinvolte in un quadro distorsivo anche di media-bassa entità, contribuendo a dolore, tensione, gonfiore soprattutto durante il giorno, sensazione di instabilità o di gomma, anche a più di 6 mesi dall’evento traumatico. Indagare approfonditamente tutte le strutture implicate nella funzionalità e biomeccanica del piede è importante per poter escludere o correggere, prima che si cronicizzi, una condizione patologica secondaria alla distorsione di caviglia.

Il FAULT: Una condizione fisiologica che spesso accompagna la distorsione tibio-tarsica in inversione è il fault peroneale. Durante l’evento distorsivo la tensione del legamento talo fibiulare anteriore (ATFL), trazionato dal mesopiede nel movimento di distorsione in inversione (per intenderci quando il piede si gira all’interno), può determinare un errore posizionale in direzione anteriore e distale del perone. L’anteriorizzazione è responsabile della limitazione funzionale e del dolore che il paziente avverte nella caviglia laterale al disotto del malleolo esterno che si può irradiare sino a pochi centimetri sopra lo stesso malleolo. Alcuni fault non presentano dolore ma sensazione di rigidità e un’ escursione di movimento limitata come se ci fosse qualcosa che blocca.

DIAGNOSI e TRATTAMENTO: Una RMN, può verificare la presenza del FAULT, che è possibile ricondizionare mediante mobilizzazioni passive specifiche AP- PA con trust peroneo-tibiali selettivi. E’ fondamentale anche trattare l’instabilità secondaria al ricondizionamento del Fault, legata alla lassità del legamento ATFL, che potrebbe essere stato trazionato per troppi mesi, rendendolo lasso. Sia in un ottica preventiva che curativa oltre alla mobilizzazione saranno quindi consigliabili esercizi propriocettivi di ripristino della normale lunghezza, forza e mobilità del legamento ed esercizi di rinforzo dei muscoli.

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