Chi di noi non conosce la famigerata ernia L5-S1 oppure L2-L4? Ma quando le ernie sono un problema da trattare e quando invece il dolore alla schiena, sebbene sia presente un ernia è di origine muscolare o discale? Diciamocelo chiaro, chi di noi non ha un ernia alla schiena? Eppure, nonostante l’80% della popolazione adulta abbia un ernia, meno del 30% è sintomatica e combatte per “sedarla”. Ma cosa è un ernia, come si manifesta, come riconoscere che è l’ernia il problema dei nostri disturbi e soprattutto come trattarla?
Un pò di chiarezza
Innanzitutto è doverosa una distinzione tra protrusione, estrusione, bulging discale (o discopatia) ed ernia (e tipi di ernia). Mentre il bulging discale si manifesta quando il nucleo polposo si disidrata, riducendo in questa maniera l’altezza del disco, la protusione, l’estrusione e l’ernia dipendono dalla debordazione di una struttura intervertebrale dai margini vertebrali; nella protrusione ed estrusione fuoriesce l’alnus fibroso, mentre nell’ernia fuoriesce il nucleo polposo, fuoriuscita che è irreversibile se non con intervento chirurgico che però, vista la lesione, potrebbe comunque recidivare.
Quindi quando l’ernia esce non rientra più?
Proprio così, ma come spiegato in precedenza, l’ernia diventa dolorosa e provoca disturbi neurologici, solo quando è in fase acuta, ossia infiammata. In quel caso è necessario sottoporsi a terapia farmacologica e fisica (tecar, ultrasuoni, neuromodulazione etc.), per ridurre l’infiammazione ed il dolore. Ma una volta “sedata”, è possibile impedire che si rinfiammi attraverso la terapia rieducativa posturale ed il rafforzamento dei muscoli paravertebrali ed addominali, che tonificandosi, fungono da sostegno impedendo che le forze di compressione e rotazione condizionino l’erniazione determinando un’ altra infiammazione. Quindi è possibile vivere con anni con un ernia senza che di fatto faccia male, o trattare un ernia acuta impedendo che recidiva.
Il mal di schiena allora, non è sempre dato dall’ernia
Ammesso e non concesso che voi abbiate un ernia, non è detto che sia la sua presenza la causa dei dolori alla schiena. Ed è sottoponendosi ad una visita clinica che si può stabilire se è l’infiammazione dell’ernia che vi causa dolori, oppure una componente muscolare o d’altra natura.
Come sono fatte le vertebre lombari
Cinque sono le vertebre che fanno parte del tratto Lombare, da L1 a L5. Come le vertebre cervicali e dorsali, sono composte da due dischi ossei cavi, formati di tessuto spugnoso, al cui interno passa il canale spinale che accoglie i nervi, il midollo spinale con le sue relative porzioni meningee e i vasi che irrorano il midollo spinale, in particolare l’arteria spinale anteriore e le arterie spinali posteriori. Lo spazio epidurale contiene tessuto adiposo sciolto e una rete di grandi vasi sanguigni. Tra una vertebra e l’altra è presente un disco intervertebrale formato esternamente dall’ alnus fibroso, (composto da fibre elastiche e collagene) ed internamente da un nucleo polposo (composto per lo più di mucopolisaccaridi), che ha il compito di attutire il contatto tra le vertebre e distribuirne le forze. A differenza delle restanti vertebre del rachide, le vertebre lombari nonostante siano più grandi, subiscono le maggiori forze di compressione, rotazione e flesso estensione e di conseguenza, su questo distretto, aumenta la possibilità della presenza di discopatie ed ernie.
Tipi di ernia lombare e fattori di rischio
La patogenesi dei disturbi intervertebrali ha cause diverse. Sebbene l’anulus fibroso si possa considerare un punto chiave nella patogenesi del prolasso discale, non è detto che questo prolasso degeneri in un erniazione del polpo. L’ ernia di fatto si manifesta dopo avere subito un trauma importante in compressione e rotazione, mentre le altre patologie discali provengono da processi lenti di degenerazione vertebrale determinati da posture errate, over use, sovraccarico funzionale. La formazione di un ernia quindi, si manifesta attraverso la deformazione dell’alnus fibroso spinto dal nucleo-polposo durante attività di sovraccarico, manifestando una fuoriuscita del polpo chiamata ernia contenuta, o esplodere attraverso la fuoriuscita violenta del nucleo-polposo a causa di un trauma (ernia espulsa). Mentre l’ernia contenuta potrebbe manifestarsi anche in modo asintomatico e nel tempo ingravescente, l’ernia espulsa si manifesta con un dolore immediato e violento mettendo in sofferenza strutture nervose. I fattori di rischio dell’ernia del disco lombare sono:
- Alta statura
- Eccesso di peso
- Gravidanze
- Guida prolungata
- Lavori ad elevato impegno fisico
- Lavori sedentari
- Mancanza di attività fisica
Sintomi dell’ernia lombare
L’ ernia del disco lombare provoca dolore non necessariamente avvertito nella sede della lesione (ossia all’altezza dei lombi), ma che normalmente è avvertito in una o entrambe le gambe (posteriormente o anteriormente), spesso accompagnato da sintomi neurologici radiculari, quali formicolii, intorpidimenti, parestesie e debolezza arti inferiori. Il dolore ed i disturbi radicolari si accentuano in seguito alla flessione della schiena, o delle gambe, colpi di tosse e starnuti o se da una posizione seduta ci si rimette in piedi o camminando. L’ernia del disco lombare può anche provocare una diminuzione di volume e perdita di tono di alcuni gruppi muscolari degli arti inferiori. Se presenti sintomi quali incontinenza urinaria o fecale, è possibile che la patologia sia più grave.
La diagnosi
Per diagnosticare l’ernia del disco lombare sono fondamentali l’esame clinico del paziente attraverso la somministrazione di test specifici, la visita neurologica e la RMN. Attraverso la RMN è possibile selettivamente capire la sede della lesione e la gravità dell’erniazione.
I trattamenti
L’ernia del disco lombare può essere trattata mediante trattamenti conservativi, farmacologici, chirurgici. Lo Studio Salvi tratta le erniazioni sia in fase acuta, che di recupero post operatorio. I trattamenti sono scelti a seconda delle fasi in cui si trova il paziente; fase acuta e quindi radicolare, od ad una fase di recupero e riabilitazione. In fase acuta i trattamenti sono:
Trattamenti conservativi
- Ozonoterapia
- Terapia elettromodulare
- Ultrasuono
- Tecarterapia
- Ionoforesi
- Posizione antalgiche
- Kinesiotape
- Tutori termici
Trattamenti farmacologici
- Corticosteroidi
- Antidolorifici
- Miorilassanti
Trattamenti di recupero
- Manipolazioni vertebrali
- Decoaptazioni
- Massoterapia paravertebrale
- Rieducazione posturale
- Laserterapia
Trattamenti integrativi
Ricostituire e rigenerare le sostanze che compongono l’ alnus e fornire il corretto grado di idratazione dei dischi, può prevenire la comparsa di recidive o impedire che una protrusione nel tempo, degeneri in un ernia. Proprio per ciò lo Studio Salvi affianca l’utilizzo di terapie integrative naturali sia nelle fasi acute che di recupero.
Trattamenti chirurgici
L’operazione chirurgica di asportazione dell’ernia discale lombare è indicata in presenza di:
- Sindrome della Cauda Equina – è una malattia rara e caratterizzata da dolori lombosacrali irradiati a arti inferiori, vescica, perineo e retto, deficit motorio, impotenza, disturbi sfinterici e turbe trofiche, visto l’alto grado di invalidità la compressione di una o più radici (lombari e sacrococcigee), è indicazione assoluta all’intervento di discectomia da effettuarsi entro 1-2 giorni dal manifestarsi dei sintomi.
- Grave deficit motorio
Le tecniche chirurgiche di scelta sono la discectomia, rimozione attraverso un intervento chirurgico a cielo aperto (totale o parziale) del nucleo polposo, avvalendosi di strumenti di magnificazione ottica, o la microdiscectomia, rimozione totale o parziale, del nucleo polposo mediante un microscopio operatorio. Nei controlli ad 1 anno dall’intervento di microdiscectomia, nel 95% dei casi vi è la risoluzione della sintomatologia lombo-sciatalgica.