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Pubblicato il 31 Gennaio 2020 da Dottoressa Salvi

Vertigini: perchè non sottovalutarle

Le vertigini, sono una sensazione di movimento sgradevole ed involontaria, che interessa il proprio corpo o l’ambiente circostante determinata da diverse cause, tra cui anche i farmaci. La vertigine è descritta dai pazienti con una varietà di sensazioni che includono: capogiri, sensazione di svenimento, mancanza di equilibrio. Sebbene si pensi che un disturbo vertiginoso sia riconducibile ad un disturbo dell’orecchio, a volte è l’esordio di altre patologie. Le vertigini sono disturbi invalidanti che possono durare da pochi minuti fino a interi giorni.

La vertigine si classifica come:

  • Oggettiva: gli oggetti attorno a sé sembra che ruotino, ed è accompagnata da sintomi vegetativi come pallore, nausea/vomito, alterazioni dell’equilibrio (caduta a terra), disturbi dell’udito (acufeni/ ipoacusia), senza alcuna perdita di coscienza. Le lesioni periferiche clinicamente hanno una evoluzione brusca, di qualche ora, scomparendo ed attenuandosi molto più lentamente; presentano una direzione precisa, con una notevole sensazione di sbandamento invincibile della propria persona, che si aggrava rivolgendo lo sguardo verso l’area ipovalida e/o ruotando la testa.
  • Soggettiva: quando si ha rotazione della persona rispetto all’ambiente. Tipicamente da patologie del SNC, infiammazioni o traumi del labirinto, sostanze tossiche, alterazioni vascolari e/o idropendolinfatiche, infiammazione del nervo vestibolare, neoplasie

Vertigine acuta

  • Con segni neurologici: dismetria, disfonia, disfagia, miosi e/o ptosi unilaterali, deficit di altri nervi cranici o disturbi emisomici del movimento, è necessario escludere la presenza di una patologia in fossa cranica posteriore, di natura vascolare, espansiva, ischemica o emorragica.
  • Senza segni uditivi: nel labirinto o a livello del nervo vestibolare.

Cause

Sebbene siano molte le cause alla base dell’insorgenza di vertigini, in alcuni casi possono avere una natura idiopatica (stress, disturbi somatoformi, attacco di panico). Ma prima di stabilire ciò, è necessario eseguire una corretta diagnosi differenziale. Le caratteristiche del sintomo vertiginoso ed eventuali sintomi associati aiutano a formulare la diagnosi corretta.le cause di vertigine possono essere:

  • Canalolitiasi o labirinto litiasi
  • Cupolitiasi posteriore o laterale (forme difficili di otoliti pesanti)
  • Cefalea neuro-vascolare
  • Emicrania
  • Cervicalgie
  • Spondiloartrosi cervicale
  • Cinetosi: vertigine quando si è in movimento tram,aereo etc.
  • Disordini articolazione temporo mandibolare
  • Fistola prelinfatica
  • Iatrogene: indotte da farmaci ototossici ( aminoglicosidi, antinfiammatori, inibitori della fosfodiesterasi di tipo 5, furosemide, vaccino trivalente antifluenzale)
  • Incidenti ischemici: ictus-stroke
  • Insufficienza Vertebro-Basilare
  • Ipotensione ortostatica
  • Ipoplasia cerebellare verminiana
  • Indigestione o congestione
  • Labirintite
  • Malattie neuro oftalmologiche
  • Menopausa
  • Neurite vestibolare
  • Otosclerosi
  • Sclerosi multipla
  • Sindrome di Mèniére
  • Torcicollo spasmodico: vertigine infantile
  • Traumi loco-regionali
  • Tumori ponto cerebellari: neurinoma del nervo acustico, ependimoma infratentoriale, glioma, medulloblastoma e meningioma

Diagnosi

La diagnosi necessita di una serie di esami che consentono di confermare o meno i sospetti diagnostici dello specialista: esame vestibolare, esame audiometrico, esame impedenzometrico, TAC e Risonanza magnetica dell’encefalo, esame neurologico.

Condizioni che si associano alle vertigini

La presenza o meno di condizioni associate, aiutano lo specialista ad inquadrare la diagnosi:

  • Nistagmo: movimento tonico-clonico, coordinato, involontario e ritmico dei globi oculari, legato ad un riflesso vestibolo-oculare. E’ un movimento fisiologico che se presente con la vertigine è un indicatore sia per la presenza di alcune patologie sia come metro di misura per le manovre di liberazione degli otoliti labirintici, nelle vertigini oggettive.
  • Acufeni: disturbo uditivo costituito da rumori (tintinnii, fischi, ronzii, fruscii, pulsazioni,) fastidiosi a tal punto da influire sulla qualità della vita del soggetto che ne è affetto. L’acufene può essere un accompagnamento della perdita dell’udito. L’acufene è un fenomeno soggettivo da non poter essere misurato oggettivamente. La condizione è valutata clinicamente. Se viene individuata una causa di fondo, il suo trattamento può portare a miglioramenti. In caso contrario, in genere si ricorre alla psicoterapia. Non vi sono farmaci efficaci.
  • Nausea: spiacevole sensazione di malessere viscerale, accompagnata dal desiderio di vomitare
  • Diplopia: visione doppia
  • Otalgia o otorrea: infezione dell’apparato uditivo virale o batterica
  • Diaforesi fredda o calda: sudorazione intensa localizzata
  • Ipoacusia, acusia: riduzione o perdita dell’udito

 Test neurologici per disordini vestibolari

  • Romberg: questo test viene usato anche per porre diagnosi differenziali con patologie cerebellari: si chiede al paziente di marciare sul posto con braccia estese in avanti ed con gli occhi chiusi. Il paziente tenderà a marciare verso il lato ipovalido.
  • Babinski-Weil: il paziente bendato cammina avanti-indietro per 5-6 passi; i pazienti con disordini labirintici arrivano a trovarsi “perpendicolari” alla direzione del cammino iniziale. Il paziente con ipofunzione labirintica monolaterale presenta alterazioni motorie durante la marcia, mentre all’indietro devia verso lato iperfunzionante.
  • Unterberger: il paziente giace seduto ad occhi chiusi, senza appoggiarsi allo schienale, con le braccia estese anteriormente a 90°: se c’è un danno labirintico, nel giro di minuto si ha una deviazione delle braccia verso il labirinto ipofunzionante.
  • Manovre otolitiche: manovre di Semont e Pagnini; il posizionamento del paziente in alcune posture in base al nistgamo provoca e migliora la vertigine

Terapie

Attacchi acuti di vertigini richiedono riposo a letto (1-2 giorni al massimo). Tuttavia, alcune persone hanno ripetuti episodi per molti mesi, o addirittura anni, come i soggetti con la malattia di Ménière. Le terapie si scelgono in base alla causa delle vertigini. La manovra di Epley, Semont, Vannucci, Gufoni riposizionamento degli otoliti, è utilizzata per trattare la vertigine parossistica posizionale benigna. La terapia farmacologica si utilizza in caso di infiammazioni del labirinto, diuretici osmotici per idrope cocleare, antibiotici per infezione batterica ed altre patologie, calcio antagonisti  nella profilassi. Anche l’alimentazione può essere utile nel caso in cui esse siano causate dall’idrope cocleare. L’adozione di un corretto stile di vita, evitando alcuni eccessi, può aiutare a prevenire l’insorgenza delle vertigini. Gli individui con fattori di rischio per l’ictus dovrebbero controllare i valori della pressione, i livelli di colesterolo e smettere di fumare.

Riabilitazione vestibolare

Metodica riabilitativa che permette di attenuare o risolvere, spesso in modo definitivo, i problemi di disequilibrio cronico che affliggono persone colpite da patologie vestibolari sia periferiche che centrali, migliorando notevolmente la qualità di vita. La strategia riabilitativa è finalizzata, in funzione del danno esistente e delle patologie in atto, a riprogrammare l’apparato dell’equilibrio per far sì che il cervello possa vicariare sistemi sensoriali ancora funzionanti.

Bibliografia

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  • Cortesina G, Albera R. Trattato di vestibologia, vol, 1. Torino: Contatto et Archimedica 2008. Belal A.
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